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PostHeaderIcon ERUZIONE VULCANO EYJAFJALLAJOKULL

In questi giorni stiamo assistendo all'affascinante eruzione del vulcano sotto il ghiacciaio del Eyjafjallajokull che puo'  essere vista da punti di vista ben differenti: non solo in negativo, rispetto ai disagi per il trasporto aereo, ma anche in modo positivo per il fascino e la bellezza di un episodio estremamente spettacolare che testimonia tutta la forza, e la meraviglia, della natura.

 

I nostri consueti viaggi 4x4 di Agosto 2010  

 

all'interno dell'isola e sulla costa, non subiscono grandi cambiamenti perche' la zona interessata dall'eruzione sara' facilmente evitata passando per le piste interne, se al momento del nostro transito non siano stati ancora ricostruite le poche centinaia di metri della Ring Road (Arteria che corre lungo tutta la costa islandese), accrescendo ancora di piu' la conoscenza della Natura di questa Terra del "May be"....di questa isola del ghiaccio e del fuoco ! Quindi niente paura per le prossime partenze 4x4, anzi se l'attivita' vulcanica continuera' al nostro arrivo, cercheremo di poter assistere dal vivo a questo affascinante fenomeno della Natura....sarebbe un'esperienza indimenticabile !

 

Per comprendere meglio questa eruzione del Eyjafjallajokull

potete vedere a questi link alcuni VIDEO o FOTO straordinarie !

 

L'ultima eruzione del vulcano risale al 1821

Durò oltre un anno. Non è possibile sapere quanto durerà questa nuova eruzione, anche se i danni provocati non dipenderanno solo ed esclusivamente dalla durata ma soprattutto dalla quantità di gas e cenere prodotti dal vulcano. Secondo alcuni studiosi, una fase così intensa non può durare più di 48 ore, quindi dovrebbe concludersi a breve, anche perchè si è ridotta la quantità di magma che può fuoriuscire. Ma la natura è solita smentire le regole che l'uomo pensa di possedere, sorprendendo continuamente con le proprie forze da un lato molto affascinanti e spettacolari ma dall'altro anche estremamente pericolose.

Fra tante preoccupazioni, c'è un effetto esteticamente piacevole provocato dalla nube vulcanica. Da qualche giorno, nei cieli di gran parte dell'Europa, si sono verificati spettacolari tramonti color rosso vermiglio. Sono la diretta conseguenza di un fenomeno di diffusione della luce solare causato dalle particelle di cenere. Il fenomeno, già noto e descritto in occasioni di precedenti eruzioni di portata continentale o globale, ha scatenato, grazie al tam tam di internet, la corsa all'organizzazione di “sunset party”, durante i quali, amici, innamorati, appassionati di fenomeni atmosferici, si godono il Sole più rutilante che si possa mai vedere. Anche gli appassionati di geofisica, vulcanologia, meteorologia e climatologia sono estremamente affascinati da un fenomeno che potrebbe avere ripercussioni storiche: in queste ore in Islanda si sta verificando uno dei fenomeni storicamente più attraente e interessante sia a livello scientifico che a livello storico, poetico e sociale.

 

Possibili ripercussioni sul clima

Intanto c'è grande attenzione da parte di tutti gli studiosi per quanto riguarda le possibili ripercussioni di quest'eruzione sul clima della Terra: se l'attenzione sulla nube ai bassi strati è legata ai disagi del traffico aereo, invece per capire se queste polveri vulcaniche provocheranno cambiamenti climatici bisogna guardare più in alto, nella stratosfera. La colonna di fumo, polveri e gas s'è proietteta, al momento, fino a poco più di seimila metri di quota, nell'atmosfera. Affinchè anche il clima, a medio e lungo termine, sia influenzato da questo fenomeno, la nube dovrebbe avere una forza termica tale da bucare la tropopausa (circa novemila metri di quota) e finire nella stratosfera, dove le polveri potrebbero ristagnare per mesi e anni dando vita a cambiamenti climatici molto significativi. E' ancora presto per capire se ciò accadrà nei prossimi giorni, ed è comunque impossibile immaginare quali potrebbero essere le conseguenze, perchè le polveri e l'anidride carbonica prodotte dalle eruzioni vulcaniche generano effetti contrastanti sulla temperatura. L'aumento di anidride carbonica tenderebbe ad aumentare temporaneamente l'intensità dell'effetto serra. Ma senza ombra di dubbio l'effetto di gran lunga più rilevante potrebbe essere legato alle polveri che, in base della consistenza e al tipo di eruzione, potrebbero formare uno strato che potrebbe anche rivestire tutta l'atmosfera terrestre. In questo caso, la Terra avrebbe un nuovo e insolito “schermo” che fungerebbe da specchio per la radiazione solare provocando un importante riscaldamento della stratosfera (sopra la nube) e un raffreddamento dei bassi strati dell'atmosfera (sotto la nube). In parole semplici, la nube vulcanica potrebbe oscurare il sole e quindi provocare un netto raffreddamento del pianeta. Solitamente ciò accade durante i due anni successivi all'evento eruttivo, ed è già capitato più volte in passato, basti pensare all'eruzione del Tambora, in Indonesia, nell'aprile del 1815 o al più recente Pinatubo, nelle Filippine, nel giugno 1991.

 

In Islanda le manifestazioni pacifiche del vulcanesimo secondario

quali geyser, sorgenti calde, fumarole e simili, sono sempre state ben gradite ma costituiscono solo ampie pause pacifiche, comprese tra improvvisi quanto pericolosi cataclismi. Eruzioni multiple, centinaia di crateri e ferite gorgoglianti fontane di lava si aprono su territori vasti come una provincia. Spesso i ghiacciai sovrastanti o limitrofi fondono o esplodono letteralmente per le alte temperature, quando l'acqua liquida si scinde in idrogeno e ossigeno. Interi versanti si sciolgono in immense colate di fango e detriti, capaci di viaggiare anche a oltre 80 Km/h. In Islanda hanno un nome tutto loro per questo fenomeno unico Jökulhlaup, l'analogo dei lahar indonesiani, dove però i ghiacciai non esistono.  Questo è ciò che accade quando uno dei due margini di quella immensa cicatrice della crosta terrestre, la dorsale medio-atlantica che corre per quasi 20000 km dai mari antartici al polo nord, decide di allargarsi per consentire al mantello fluido di risalire in superficie e formare nuova crosta. In pochi altri posti al mondo come nell'Africa centro-orientale o nelle Galapagos, si può assistere ad un fenomeno analogo che non sia centinaia di metri sotto il fondo degli oceani. L'attività vulcanica è pertanto quotidiana, ma la frequenza di eventi rilevanti si misura in termini di decenni; quelli del tipo che stiamo vivendo, sono dell'ordine dei 30-50 anni. Per i fenomeni catastrofici, capaci di conseguenze pesanti anche al di là delle coste dell'isola, a volte non passano che 2-3 secoli.


Il passato islandese ci parla di fenomeni catastrofici come quello del vulcano Bardarbunga

Nel 1477, con i suoi oltre 20 km3 di materiale espulso, viene registrata come una delle più grandi eruzioni della storia. Oppure quella del Laki 1783 che, secondo le cronache del tempo, causò migliaia di morti per avvelenamenti e intossicazioni perfino nel nelle isole britanniche, Benelux e Francia. Nel frattempo il vulcano Eyjafjallajokul continua ad eruttare lava da più fratture, nonché gas, polveri e frammenti microscopici in atmosfera; date le loro dimensioni e il calore che li accompagna, questi raggiungono agevolmente gli 8-10 km di altezza, poco al di sotto del limite con la stratosfera che, alla latitudine dell'Islanda è piuttosto basso, poco sopra i 10km.

Tratto da meteolive.leonardo.it

 


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PostHeaderIcon ERUZIONI ISLANDESI

Il passato islandese ci parla di fenomeni catastrofici come quello del vulcano Bardarbunga. Nel 1477, con i suoi oltre 20 km3 di materiale espulso, viene registrata come una delle più grandi eruzioni della storia. Oppure quella del Laki 1783 che, secondo le cronache del tempo, causò migliaia di morti per avvelenamenti e intossicazioni perfino nel nelle isole britanniche, Benelux e Francia. Nel frattempo il vulcano Eyjafjallajokul continua ad eruttare lava da più fratture, nonché gas, polveri e frammenti microscopici in atmosfera; date le loro dimensioni e il calore che li accompagna, questi raggiungono agevolmente gli 8-10 km di altezza, poco al di sotto del limite con la stratosfera che, alla latitudine dell'Islanda è piuttosto basso, poco sopra i 10 km.

" Un viaggiatore senza osservazione e' come un uccello senza ali "

Moslih Eddin Saadi


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